Vi è mai capitato di assistere a una conversazione tra due persone e pensare: “Niente, questi due proprio non riescono a capirsi”? Un po’ come immaginare un turco che parla nella sua lingua con un giapponese… che risponde nella sua lingua!

A me succede spesso. E ogni volta mi fermo a riflettere su quanto sia difficile schierarsi con una delle due parti. Mi sembra che, in fondo, entrambe stiano cercando di esprimere un’esigenza che però non viene compresa.

Da un lato, si potrebbe parlare di una mancanza di ascolto, ma dall’altro c’è una vera e propria incomunicabilità del comportamento.

E qui arriva il motivo per cui trovo così affascinanti gli stili comportamentali.

Molte persone conoscono il concetto di stile comportamentale, e tante pensano di sapere come comportarsi con gli altri. Tuttavia, nella vita quotidiana, è difficile mettere in pratica questa consapevolezza. Perché?

Credo ci siano molte riflessioni da fare. La prima è che spesso dimentichiamo una cosa fondamentale: i nostri comportamenti non sono il nostro carattere. Sono qualcosa di diverso, influenzato dall’ambiente e dalle circostanze. Non sono statici. Quando categorizziamo il comportamento di qualcuno, rischiamo di illuderci di conoscerlo perfettamente. E questo può rendere ancora più complicato superare i nostri pregiudizi. Se penso di sapere come si comporta una persona in base al suo stile, rischio di fossilizzarmi su quell’idea, senza cercare di capire come approcciarmi davvero a lei.

A complicare tutto, c’è poi la difficoltà di adottare un atteggiamento autentico di ascolto. Ascoltare non significa semplicemente sentire le parole dell’altro, ma cercare di cogliere ciò che sta realmente comunicando. Forse dietro quelle parole c’è un malessere, una richiesta d’aiuto, un momento di insicurezza o, al contrario, un eccesso di sicurezza. Stiamo ascoltando per capire o per rispondere? Oppure ci limitiamo a etichettare, pensando: “Tanto, si lamenta sempre, sarà la solita storia”?

Questo significa che dobbiamo smettere di cercare di conoscere le persone per evitare pregiudizi? Assolutamente no! Al contrario, conoscere chi ci circonda – i nostri collaboratori, il nostro team – ci aiuta a sintonizzarci sullo stesso canale di comunicazione. Ma dobbiamo ricordarci che questo è un lavoro continuo, che non può essere dato per scontato.

Perché comunicare è, prima di tutto, una questione di equilibrio.

[BTEN id="463"]

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *